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Scelgo Io |
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6/2007 | pagina 1 |
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Bere per sballare |
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Un tempo ci si faceva un goccetto, si alzava il gomito o semplicemente si beveva un po' troppo. Oggi ci si fa una siringa o una fialetta. L'industria dell'alcol ha trovato una fonte di ispirazione in farmacia, producendo contenitori dalle forme strane e colorate. Ci hanno poi pensato i locali ticinesi, le sagre e persino i distributori di benzina a metterli in circolazione. Il target è quello dei giovani consumatori allo sbando, che cercano nelle bollicine una sorta di spugna che cancelli i problemi esistenziali o un'alternativa alla noia che li attanaglia. Il "non plus ultra" del loro fine settimana è andare fuori di testa, sballare il più presto possibile. Una tendenza che ha un nome, "binge drinking", e che sta rapidamente prendendo piede anche in Ticino, dopo aver conquistato Stati Uniti e Gran Bretagna.
Secondo un'indagine dell'Istituto svizzero di prevenzione dell'alcolismo e altre tossicomanie, circa il 30% dei quindicenni e il 20% delle loro coetanee hanno dichiarato di essersi ubriacati almeno due volte nella loro vita. Bevono alle feste, dagli amici e tra le mura domestiche. Ma anche al ristorante e al bar, in barba alla legge che vieta la vendita di alcolici, come la birra e il vino, ai minori di 16 anni e i superalcolici a chi ne ha meno di 18.
Ma i giovani non dovrebbero riempire il loro tempo libero con attività più salutari, divertenti e istruttive? Il primo passo da fare? Lasciare siringhe e fialette in farmacia.
antonella.sicurello@scelgoio.ch |
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