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Spendere Meglio 6/2009 | pagina 30

Patente ritirata: si può licenziare?
«Ho superato il limite di velocità e temo il ritiro della patente come l’anno scorso. Allora la mia azienda mi aveva messo a disposizione un autista per il mio lavoro di consulente esterno. Se dovessero ritirarmela, il licenziamento in tronco sarebbe giustificato?»

Sì. Secondo la legge, il datore di lavoro può licenziare in tronco un dipendente per “motivi gravi”.

Se l’errore non è così grave, il dipendente deve prima essere ammonito.

Nei confronti dell’azienda, il lavoratore ha doveri di fedeltà e deve quindi evitare di causare un danno economico al datore di lavoro.

Se sarà licenziato in tronco, le sue chances di recuperare la fiducia dell’azienda sarebbero ben poche anche in tribunale.


Il proprietario non paga: chi risponde?
«Vivo in una proprietà per piani e uno dei comproprietari non paga più le spese condominiali. L’amministratore sostiene che debbano risponderne gli altri proprietari. Ha ragione?»

No. Se un comproprietario non paga la sua parte delle spese comuni, gli altri comproprietari non devono risponderne.

L’amministratore dovrà cercare di ottenere dal proprietario moroso la somma mancante in via di pignoramento.


Il mio capo deve pagarmi i giorni festivi?
«Lavoro di lunedì e sono pagata a ore. Ho diritto al salario il lunedì di Pentecoste e a Pasquetta?»

No. Chi lavora a ore non ha diritto al pagamento dei giorni festivi.

Eccezioni: un contratto personale o collettivo, oppure prassi diverse nell’azienda.

Ha diritto ai giorni festivi pagati chi ha un salario settimanale, mensile o annuale.


Meno salario in malattia: è giusto?
«Lavoro da quattro a 40 ore settimanali in una stazione di servizio e da tre anni non ho un contratto di lavoro. Lo scorso mese sono stata in malattia per una settimana e avrei dovuto lavorare 40 ore. Ma il mio capo vuole pagarmi solo 10 ore, cioè il mio tempo di lavoro settimanale medio, e per giunta all’80%. Ha ragione?»

No. In caso di impieghi irregolari come il suo, vale questa regola: se il piano settimanale di lavoro è già fissato quando insorge la malattia, l’azienda deve pagare le ore previste. Se non lo era, e le ore perse non possono quindi essere calcolate precisamente, è dovuto il salario medio.

Siccome lei non ha un contratto di lavoro scritto, probabilmente non sarà affiliata a un’assicurazione d’indennità giornaliere per malattia. Se fosse così, l’azienda le dovrà pagare il 100%, per un massimo di nove settimane, secondo la scala zurighese applicabile al suo caso.

Se invece fosse assicurata per le indennità in caso di malattia tramite l’azienda, in caso di malattia il salario ammonterebbe solo all’80% e in genere per 720 giorni.

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