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Scelgo Io 6/2010 | pagina 1

Quando allattare non era trendy
Negli anni Settanta, sull'onda delle conquiste femministe, era di moda dare ai neonati il latte artificiale, con il sostegno dei pediatri spesso ben sponsorizzati dalle ditte produttrici. Il latte in polvere era sicuro dal punto di vista nutrizionale, dava alle mamme più libertà di movimento ed eliminava i dubbi sulle quantità ingerite dal bebè.

Oggi, invece, il "non plus ultra" per le neomamme è l'allattamento al seno. Il Consiglio federale ha persino limitato la pubblicità del latte in polvere(1).

L'Organizzazione mondiale della sanità e l'Unicef(2) raccomandano di allattare almeno per sei mesi: il bebè riceve così gli anticorpi della mamma, ha meno rischi di essere in sovrappeso e di contrarre malattie cardiovascolari, ipertensione e allergie. Nelle mamme si riduce il rischio di tumore al seno.

Si sa, le mode vanno e vengono, ma ciò che resta immutata è la pressione esercitata sulle mamme. Le donne che anni fa erano considerate retrograde perché allattavano al seno, oggi sarebbero sommerse di elogi.

Non vivono più in un clima molto favorevole le mamme che danno il biberon per scelta o per motivi fisici e di salute. Spesso sono assalite dai sensi di colpa perché non forniscono al loro bimbo un latte tanto ricco di proprietà benefiche.

Mode a parte, ciò che conta è il benessere del bebè. Quindi, come dicono spesso i pediatri, meglio una mamma serena e consapevole delle sue scelte che una angosciata dall'ora della poppata.


(1)www.tinyurl.com/allattamento

(2)Con l'iniziativa "Ospedali amici dei bambini" invita i nosocomi ad applicare le dieci norme per un efficace allattamento al seno. In Svizzera hanno ottenuto questo riconoscimento 60 ospedali, di cui quattro ticinesi: Beata Vergine di Mendrisio, La Carità di Locarno, San Giovanni di Bellinzona e Ospedale regionale di Lugano.

antonella.sicurello

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