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L'Inchiesta |
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6/2006 | pagina 26 |
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Provvigioni da restituire |
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I gestori patrimoniali non possono intascare abusivamente le retrocessioni
Secondo il Tribunale federale, i clienti dei gestori patrimoniali hanno buone probabilità di riavere le provvigioni trattenute abusivamente.
I responsabili di prestatori di servizi finanziari e amministratori di beni devono riversare le provvigioni di banche e gestori di fondi ai loro clienti. Se non lo fanno, secondo una decisione del Tribunale federale del marzo 2006, si possono rendere colpevoli di amministrazione infedele.
Le provvigioni menzionate sono chiamate "retrocessioni". Una retrocessione consiste, per esempio, in un pagamento da parte di una banca a un gestore patrimoniale che dà al proprio cliente un prodotto della rispettiva banca. L'amministratore riceve indietro come provvigione circa la metà delle commissioni che il cliente paga alla banca.
In ogni caso, il cliente può rinunciare alle retrocessioni. Una rinuncia simile, però, è valida legalmente solo se il gestore ha informato il cliente della loro esistenza e del loro ammontare.
Molti clienti, però, non sanno nulla di queste retrocessioni, e nemmeno conoscono il loro importo. Un contratto sull'amministrazione dei beni superiore a 500 mila franchi senza reinvestimenti straordinari del deposito, anno per anno, può causare retrocessioni del valore di alcune migliaia di franchi. Grandi reinvestimenti di depositi incrementano le retrocessioni in modo massiccio.
Secondo il Tribunale federale, il diritto alla retribuzione del cliente cade in prescrizione soltanto dopo dieci anni. Almeno per questo periodo è quindi possibile pretendere dal proprio gestore la restituzione delle retrocessioni.
Amministrazione infedele e truffa
Con una sentenza dello scorso agosto, il Tribunale federale ha rafforzato ulteriormente la posizione del cliente. Ha infatti deciso che i gestori patrimoniali che tengono per sé le provvigioni a danno del cliente non si rendono colpevoli soltanto di amministrazione infedele, ma anche di truffa. Il cliente deve però provare che non avrebbe affidato l'incarico se prima avesse saputo di questi pagamenti.
«A causa di questa seconda sentenza, un gestore patrimoniale ci penserà bene se rischiare un processo davanti al tribunale civile», afferma Daniel Fischer, avvocato specializzato in questioni economiche a Zurigo. «Il giudice civile, in caso di sospetto di truffa, deve informare il pubblico ministero, che apre un procedimento contro il gestore patrimoniale».
La prescrizione in caso di truffa è di 15 anni. E questo dovrebbe aumentare le probabilità di un accordo extragiudiziario per i clienti scontenti.
Philipp Lütscher, Anja Rosebrock
Occhio a contratti e estratti del deposito
Per avere uno sguardo globale delle retrocessioni trattenute abusivamente, il cliente deve leggere attentamente il contratto del gestore patrimoniale e gli estratti del deposito.
1. Il contratto non contiene nessuna informazione o soltanto indicazioni generali sulle retrocessioni.
Il cliente ha diritto alla pretesa di restituzione quando il gestore non lo informa del tutto, o lo fa in modo approssimativo, sulle retrocessioni (spesso anche chiamate "versamenti di terzi"), senza indicare l'ammontare delle stesse.
In questo caso, è consigliabile che il cliente si faccia calcolare l'ammontare approssimativo delle retrocessioni che gli spettano da un esperto bancario. In più dovrebbe richiedere al gestore patrimoniale di consegnargli le retrocessioni trattenute durante gli ultimi dieci anni.
Se questi due valori differiscono di molto, il cliente può sottoporre al gestore la propria stima e chiedere un accordo.
«Se le due parti non trovano una soluzione ed è riconosciuto il reato, il cliente può rafforzare la sua posizione minacciando il gestore di denunciarlo per amministrazione infedele oppure per truffa», spiega Daniel Fischer. A questo punto si dovrebbe consultare un avvocato.
2. Nel contratto si trovano indicazioni precise sulle retrocessioni.
Il cliente ha poche probabilità di essere risarcito delle retrocessioni trattenute, se il contratto contiene informazioni sulle provvigioni e sul loro ammontare (in percento del patrimonio).
Uno sguardo agli estratti di deposito è consigliato: il portafoglio è stato reinvestito frequentemente? In caso affermativo, questa è un'indicazione di sfruttamento di onorario da parte dell'amministratore di beni. Esiste quindi il diritto alla pretesa di restituzione. Per importi grossi meglio consultare un avvocato specializzato. |
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